Don Luigi Giovannini, ssp

La visione storico-culturale-religiosa di Don Alberione

“Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto” (AD 15)

LA VISIONE STORICO‐CULTURALE‐RELIGIOSA DI DON ALBERIONE

“Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore
e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto” (AD 15)

a cura di don Luigi Giovannini, ssp

INTRODUZIONE  

Questa relazione è all’inizio del nostro Convegno su Don Alberione Fondatore, perché deve fornire il quadro biografico e storico in cui si possono inserire ulteriori approfondimenti. In particolare, dobbiamo approfondire la maturazione e le scelte di Giacomo Alberione nel contesto religioso e culturale italiano e particolarmente albese. Quest’ultima sezione, con particolare attenzione agli aspetti sociali e politici, è stata affidata al prof. Maggi.

Quanto a me, poiché sono invitato a parlare a confratelli e consorelle che sono magari un po’ più giovani di me, ma hanno anch’essi di Don Alberione e della Famiglia Paolina una conoscenza frutto di esperienza personale, non pretendo di dire cose nuove, ma piuttosto offrire una panoramica e magari offrire qualche “chiave di lettura”. Poiché vogliamo documentare‐approfondire la vita e l’opera di Don Alberione dal punto di vista della missione che gli è stata affidata dal Signore di fondare la Famiglia Paolina, il periodo che dobbiamo prendere in esame è naturalmente quello precedente al 1914.

La “fonte” principale delle informazioni è quello che ne scrisse lo stesso Don Alberione, vincendo tutta la sua ritrosia, nel suo testo più noto, Abundantes divitiae (AD)1

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