P. Juan Manuel Galaviz, ssp

La pastorale vocazionale paolina nella prassi e nell’insegnamento del Fondatore

I – Dai frutti si conosce l’albero…

La Società San Paolo e l’intera Famiglia Paolina  raggiunsero, durante  la vita del Fondatore, il maggiore sviluppo in numero di persone, in opere  apostoliche e in espansione nel mondo. La mano di Dio, le circostanze del tempo e il dinamismo apostolico di Don Alberione convergono in questo fenomeno certamente notevole. Ci occuperemo ora della sensibilità  vocazionale che si esprime nella prassi e negli insegnamenti del Primo Maestro al riguardo di questo importante argomento: la pastorale vocazionale paolina.

Giacché “dai frutti si conosce la qualità  dell’albero”,  incomincio rilevando tre “frutti” derivati dalla saggezza apostolica che ispirò anche l’impegno vocazionale di Don Alberione:  a) la sua capacità di suscitare nei chiamati un forte “senso di appartenenza”  all’Istituto; b) l’adesione dei suoi figli fino  all’estremo sacrificio;  c) la fedeltà creativa di essi, non priva di coscienza critica.

a) Capace di suscitare nei chiamati un forte “senso di appartenenza”

La pastorale vocazionale non finisce con l’accettazione o reclutamento dei candidati; connette con le tappe formative: mentre prosegue il processo di discernimento, si cammina già  nell’assimilazione del carisma specifico che si vuole abbracciare pienamente. Accogliere le vocazioni è favorire il loro inserimento nel proprio contesto sociale, come si accolgono i figli. Accogliere le vocazioni e formarle. Orbene, una formazione adeguata non  può  prescindere da una convincente trasmissione di quanto costituisce la storia dell’istituzione, le ragioni della sua esistenza, le forze che la sostengono, i valori che la distinguono, i programmi in cui è impegnata. Questo faceva Don Alberione  che manteneva con i suoi giovani una…

 

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